Telegate, tre richieste per la trattativa
I lavoratori: reintegro dei licenziati. Per la Cgil va cambiato contratto
DONATELLA FRANCESCONI
LIVORNO. Vertenza Telegate, appuntamento a martedì per l?incontro tra
le parti convocato dal presidente della Provincia, con almeno tre
proposte già elaborate da una parte dal collettivo "PrecAut" (con i
Cobas) e dall'altra dalla Cgil, categoria telecomunicazioni (Slc).
I lavoratori che lunedì pomeriggio hanno partecipato all'assemblea
convocata nella sede dei Cobas hanno individuato due punti principali
da mettere sul tavolo della trattativa: reintegro immediato per tutti i
lavoratori con il contratto scaduto «o, comunque, precedenza assoluta
nei riassetti aziendali e nella programmazione delle assunzioni»; e
riequilibrio «tra numero di collaboratori a progetto e assunti a tempo
determinato/indeterminato».
La Cgil, invece, – spiega Nicola Triolo, segretario della Slc – porterà
la richiesta «che i lavoratori Telegate passino sotto il contratto del
settore telecomunicazioni, rinnovato di fresco».
Due le iniziative in programma per lunedì prossimo, vigilia di un
incontro molto atteso. Alle 18, riunione nella sede Cobas di via
Pieroni per un aggiornamento sulla situazione dei contratti scaduti e
per organizzare il presidio «previsto per martedì 17 fuori dalla
Provincia durante lo svolgimento della riunione». Mentre la Cgil ha in
programma un volantinaggio sotto la sede del call center a Guasticce
per un primo incontro con i lavoratori.
Intanto, sul tavolo del presidente della Provincia, Kutufà, c'è già una
prima interpellanza urgente presentata dalla consigliera Graziella
Pierfederici, di Rifondazione Comunista. Che ricorda come
«l'amministrazione provinciale abbia più volte dichiarato, attraverso
lo stesso presidente e l'assessore al lavoro, di essere impegnata a
sviluppare lavoro "buono", combattendo quello "cattivo" per mantenere
nel nostro povero territorio minime condizioni di stato sociale».
Pierfederici chiede di sapere «quali erano i termini dell'accordo
sottoscritto e quali garanzie venivano prestate dall'azienda per avere
il benestare delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali»
e «quali iniziative intende avviare, insieme ai sindacati, per
difendere tutti quei giovani che, sia pur a tempo parziale, senza
diritti e con un modesto stipendio, avevano dimostrato impegno e buona
volontà ed iniziato a coltivare una seppur piccola speranza di vita».
Aggrappati a un contratto "a progetto" che – sottolinea Triolo – della
«piena autonomia» di cui il contratto di lavoro firmato dai lavoratori
«ha ben poco». In quanto fissa orario e turni «invece che essere "senza
vincoli di orario" come scritto» e «prevede – continua il sindacalista
– quel rapporto gerarchico che si vorrebbe inesistente verso il
personale cosiddetto "di staff"».
Triolo fa due esempi, scorrendo il testo del contratto siglato da uno
dei giovani che ha contattato il sindacato, e ricorda: «Alle Poste
stiamo vincendo tutti gli appelli per i ricorsi (150) presentati dai
lavoratori assunti con contratti a tre mesi sulla provincia di Livorno».