16 giugno 2006 – Il Tirreno “Telegate dovrà assumere i precari”

Telegate dovrà assumere i precari

Il ministero: chi riceve le telefonate deve essere dipendente

Una circolare del neoministro Damiano inasprisce i requisiti per le collaborazioni a progetto

CRISTIANO MEONI

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LIVORNO. Una circolare del neoministro del lavoro Cesare Damiano rivoluziona il settore dei call center, che in Italia dà lavoro a 400mila persone. I lavoratori che ricevono le telefonate – secondo la circolare – sono da considerarsi "subordinati" e dunque vanno assunti. Fra questi anche gli oltre 400 telefonisti di Telegate, la società del gruppo Seat che dalla sede di Guasticce effettua il servizio 1240. La circolare, che porta la data del 17 giugno ed è stata firmata dal ministro Cesare Damiano il 14 giugno, non sembra lasciare molti margini di interpretazione. Secondo i più autorevoli giuristi del lavoro, i contratti a progetto nell'ambito dei call center sarebbero ammessi solo per le attività promozionali: al contrario, l'ordinaria attività di ricezione delle telefonate (in gergo "in bound") presupporrebbe un rapporto di lavoro subordinato. I contratti a progetto – la tipologia di assunzione maggiormente utilizzata nei call center – saranno ancora consentiti, ma il ministero ha predisposto una griglia di requisiti talmente stretta da circoscriverli alle campagne di promozione, di vendita e di sondaggio. Nel call center di Guasticce, uno dei maggiori della Toscana con cinquecento addetti, l'attività largamente prevalente è quella di ricezione delle telefonate. Gli operatori rispondono al 1240 e forniscono i numeri di telefono richiesti: un'attività che si può chiaramente connotare come "in bound". Attualmente Telegate impiega oltre 400 collaboratori a progetto, mentre i lavoratori inquadrati con le tipologie contrattuali tradizionali sono una cinquantina: una ventina di dirigenti (a tempo determinato) e una trentina di apprendisti, recentemente assunti per effettuare campagne di vendita. Inizialmente venivano stipulati contratti a progetto della durata di un anno; si è poi scesi a sei mesi e ultimamente a tre mesi, però rinnovabili. Il successo del 1240 – dovuto sia ad una campagna pubblicitaria indovinata che alla completezza del database – ha portato i posti di lavoro dagli iniziali 30 a 500. Ora però Telegate dovrà fare i conti con la circolare Damiano. Lo spirito del provvedimento è da una parte di consolidare il lavoro precario e dall'altra impedire fenomeni di "dumping" da parte di aziende che usano i contratti a progetto per abbattere il costo del lavoro. Si pensi che in un call center come Telegate un telefonista costa poco più di 6 euro l'ora mentre nelle strutture di Telecom oltre 25 euro. Lavorando quattro ore al giorno, un collaboratore di Telegate riscuote circa 500 euro al mese. La circolare è però un'arma a doppio taglio. Perchè se quello soprammenzionato è lo spirito che ha ispirato il ministero, dall'altra parte il provvedimento rischia di sconquassare il mondo dei call center che si fonda proprio sulla flessibilità dei rapporti di lavoro (vedi articolo a fianco). «Stiamo studiando la circolare – spiega il segretario della Slc-Cgil Nicola Triolo – Dal nostro punto punto di vista è positiva perchè può consolidare l'occupazione nel settore».

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