22 gennaio 2006 – Sulla chiusura della Delphi

Abbiamo seguito in queste settimane l'evolversi del "Caso Delphi" parlando direttamente con gli operai e andando a riunioni come quella di martedì al PRC di Borgo insieme alle rsu di varie realtà lavorative locali.
Valutando queste settimane di dibattito politico e la contrattazione si nota una cosa chiara ma allo stesso tempo preoccupante: al di là delle legittime strategie degli operai della Delphi che cercano di garantirsi un futuro quantomeno con la cassa integrazione straordinaria (se si poteva cercare di bloccare il processo di chiusura, andava fatto mesi fa quando c'erano le prime avvisaglie e la cgil rispose a qualche operaio preoccupato "ci si pensa noi") in città non si è minimamente sprigionato un dibattito che analizzasse le prospettive, le paure, i pericoli o le speranze del modello socio-economico verso cui andiamo incontro.
E' stato scelto di affrontare il dramma di 400 famiglie con il basso profilo. Se questo può essere legittimo per la richiesta di ammortizzatori sociali, non e' affatto normale che la citta' sia assuefatta alle dichiarazioni formali di circostanza di sindaco, vescovo e confindustria.
Questa volta il dibattito sulle scelte dell'amministrazione (presente e passata) deve scaturire e può farlo solo se tutti noi prendiamo la chiusura di questa fabbrica non come un fatto "normale" ma come un'occasione per prepararci meglio alle prossime chiusure e alle prossime sfide.
A far iniziare questo dibattito non sarà certo ne l'amministrazione, ne il vescovo, ne confidustria, ne la cgil.

Per questo pensiamo che venerdì sia indispensabile che TUTTI siano presenti in piazza a portare solidarietà agli operai ed a mostrare che siamo attenti alle sorti nostre e di questa città.
Avevamo pensato di portare il nostro contributo come precari partecipando al corteo come PRECAUT in uno spezzone precario, preparando uno striscione con scritto: DEINDUSTRIALIZZAZIONE E PRECARIATO: VERSO LE MACERIE…………. (riprendendo lo slogan dell'occupazione dell'odeon)
Pensiamo che sia importante esserci anche perche' il corteo finirà sotto il municipio con l'intervento di sindaco e sindacati che ci incenseranno di retorica.
E' bene che mentre parlano vedano davanti quello striscione che li ricorda come la loro idea della Livorno futura sarà quella del metalmeccanico trasformato in cameriere o in operatore telefonico, della città popolare trasformata in città vetrina, dei quartieri periferici trasformati in quartieri ghetto che fanno da corona alle villette del cantiere e al porto turistico.
Se ci dovrà essere, quantomeno vendiamo cara la pelle.

VENERDì ORE 16 RITROVO IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA

PRECari AUTorganizzati LIVORNO

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