Una lavoratrice “non rinnovata” dopo 3 mesi di “progetto” nel
call-center di Guasticce ha fatto richiesta di essere riassunta
come lavoratrice dipendente in quanto illegittimamente
licenziata. L’azienda ha deciso di trattare.
Qualche giorno fa l’avvocato Marco Guercio, legale nazionale dei
Cobas, si è visto recapitare un documento firmato dai 48
avvocati che compongono l’ufficio legale dell’azienda Telegate
Italia. In quel documento c’era un’offerta per la lavoratrice
che aveva fatto ricorso al proprio “licenziamento”: 3 anni di
contratto di apprendista più una clausola da tener segreta di
successiva assunzione a tempo indeterminato. Con questo atto
l’azienda ha implicitamente ammesso che le politiche nei
confronti del proprio personale sono illegittime perché dietro
ai 360 contratti a progetto che regolano la vita di altrettanti
lavoratori non c’è altro che un normale rapporto di lavoro
subordinato.
La lavoratrice in questione ha rifiutato l’offerta perché
ritiene che il tipo di trattamento che le hanno offerto non deve
essere un privilegio personale (seppur meritato perché ha avuto
il coraggio di ribellarsi ad un sopruso) ma una condizione per
tutti. Inoltre questa lavoratrice era stata mandata via a seguito
di un colloquio in cui veniva accusata di scarso impegno e vari
errori commessi, per poi accorgersi dopo svariati minuti che
c’era stato uno scambio di persona. Ma ormai la decisione era
stata presa.