Emergenza sfratti

Sfratti: ormai 4 su 5 sono per morosità

La denuncia del sindacato proprietari.
«Mercato impazzito serve un controllo»



GABRIELE DINI

LIVORNO. Il problema casa sta sempre più diventando un’emergenza.
L’impennata dei prezzi degli affitti esclude molte famiglie con redditi da
25.000 euro dal mercato. E allo stesso tempo anche chi raggiunge i 45.000 euro
annui può permettersi un mutuo a lunga scadenza. Il risultato? Ormai 4 sfratti
su 5 vengono eseguiti per morosità, cioè mancato pagamento dell’affitto. E
chi resta senza casa si mette in cerca di alloggi popolari o a prezzo
calmierato: che comunque non sono abbastanza. La denuncia viene dall’Asppi
livornese che, come ogni anno, ha analizzato le dinamiche del mercato
immobiliare fotografando cosa accade in tutta la provincia.
Secondo il sindacato dei piccoli e medi proprietari - che ieri ha avuto un
incontro in Comune con l’assessore al Sociale Alfio Baldi, per parlare
dell’istituzione di una Authority per il controllo del problema casa - a
trovarsi in forte difficoltà sarebbe circa il 20% delle famiglie livornesi
costrette a vivere in case in affitto. «Per un monolocale - spiega il
presidente comprensoriale Asppi per Pisa e Livorno Sirio Grassi - ormai si
pagano tra i 600 e i 700 euro. Una cifra difficile da mettere in campo per chi
non ha un reddito alto». Secondo il rapporto dei proprietari di case gli
affitti sarebbero saliti in media del 150% negli ultimi 5 anni. Un aumento che
avrebbe enormi effetti distorsivi sul mercato. E come risultato porterebbe a un
ricorso sempre più frequente agli sfratti per morosità. «Secondo le nostre
ricerche - spiega Grassi - nel 2004 su 5 sfratti solo uno veniva fatto per
morosità. Adesso siamo a 4 su 5. E di questo passo la situazione
peggiorerà». Per il 2007 sono previste altre 45 promozioni di sfratti (cioè
notifiche della decisione) dovute a morosità.
L’inchiesta Asppi mette in evidenza anche un’altra tendenza che complica
ulteriormente la situazione. «Per comprare una casa - illustra il presidente
del sindacato - prima servivano circa 6 anni di reddito. Ora per una famiglia
media ne servono il doppio, cioè 12». Un tale livello di indebitamento
prolungato fa sì che anche famiglie con redditi da 45.000 euro annui, i vecchi
90 milioni di lire, si trovino in difficoltà ad acquistare una casa propria. E
che quindi si rivolgano anch’esse al mercato degli affitti saturandolo
completamente. Mentre le famiglie a reddito più basso non possono far altro
che affidarsi ad affitti calmierati, case popolari. «Ma la stessa Casalp -
commenta ancora Grassi - afferma di non avere più risorse per investire in
nuove abitazioni». Per Grassi serve assolutamente un intervento deciso. 8C’è
bisogno - afferma - di un patto sociale che metta insieme costruttori,
proprietari e inquilini. Ma anche le istituzioni e la politica. Bisogna mettere
in campo una pianificazione urbanistica mirata che vada a cogliere le esigenze
del mercato e delle famiglie meno abbienti». Per questo dal sindacato dei
proprietari è arrivata la richiesta dell’istituzione di una Authority in cui
trovino posto tutti i soggetti interessati, compreso il Comune e la Prefettura.
«La nostra proposta - afferma Grassi - ha suscitato molto interesse». Intanto,
come era già emerso nei giorni scorsi (e come è stato ribadito nell’incontro
di ieri), cresce sempre più il ricorso agli affitti a prezzo concordato. «Con
questa formula - ha ribadito Grassi - gli inquilini ottengono case e
appartamenti a prezzi inferiori a quelli di mercato». Chiesto anche un
intervento per sbloccare la situazione delle case sfitte, che adesso, per
l’Asppi, rappresentano il 3% di quelle disponibili.

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